UN BICCHIERE MEZZO PIENO

È difficile raccontare Pancho in poche righe.

Certo è un ragazzo come tanti, ma realmente unico nella sua capacità di aprirsi al mondo, nel generare amicizie sincere e profonde e nel trasmettere agli altri la sua gioia di vivere piena di sorrisi.

Pancho Mazza nasce a Roma il 30 maggio 1973, terzo di tre fratelli.

La mamma è spagnola, dal carattere solare con i colori del nord; il papà è un signore di Brescia, pilota di aerei, che gli trasmette, fin da bambino, la passione e l'amore per i viaggi.

Cresce tra Roma e Milano (è misteriosamente puro e ardente tifoso della Juve). Fin da piccolo, trascorre con i fratelli, Giampiero e Giuseppe, le vacanze estive tra il Camp Tecumseh negli Stati Uniti e la casa di Llafranc in Spagna, luogo al quale è profondamente legato dalle sue radici familiari. L'esperienza al Camp è per Pancho altamente formativa: sarà fonte di tantissime amicizie significative che riuscirà ad alimentare e a mantenere salde nel tempo. Studia, vive e lavora tra Milano, Londra e Philadelphia, negli Stati Uniti.

Nel 2000, a 27 anni, a Pancho viene diagnosticato un tumore al cervello.

Inizia così la sua lotta; quella stessa battaglia che lo porta ad affrontare, indomito e senza tregua, cinque interventi chirurgici e gli inevitabili cicli di radioterapia e di chemioterapia. Il coraggio e la tenacia lo aiutano nel suo costante tentativo di recupero delle funzionalità motorie e logopediche, sempre più danneggiate con il passare del tempo.

Nel 2004 sposa Veronica, confermando la sua speranza nel futuro e fiducia nella vita. Con lei vive un Amore in cui Fede e fiducia reciproca sono una decisione condivisa.

È così che la speranza vince sulla paura.

Non smette di combattere e non perde mai quel suo sorriso spontaneo, l'umiltà nell'accettazione e il desiderio di essere generoso.

In questi anni Pancho continua a vedere con spontaneità e consapevolezza il bicchiere mezzo pieno.

Mostra a tutti noi l'importanza della positività, insegnandoci che da questa scaturisce la vera forza per affrontare la vita. Non smette di lavorare con passione e determinazione; non rinuncia a viaggiare e a godere dello sport nonostante le limitazioni; vive le sue relazioni e i suoi legami con intensità, ritenendo tutto questo una ricchezza e una fortuna.

Pancho si addormenta il 26 luglio 2008, avendo bene a mente il valore della vita vissuta con spessore, naturalezza e fede.

Per non dimenticare l'esempio di Pancho e i valori che ha portato con allegria e semplicità in mezzo a noi, abbiamo voluto costituire questa Associazione cui abbiamo dato il nome di "PANCHITOSWAY".

Per affetto di Pancho.

E per molto altro che si potrà costruire insieme, grazie al suo esempio.

Messaggio letto dai fratelli di Pancho
29 Luglio 2008 Basilica di Sant'Ambrogio